|
|
Laureato in Pedagogia, nel dopoguerra Alberto Manzi era stato educatore presso il carcere minorile di San Michele in Roma, dove i quattro colleghi che l’avevano precededuto avevano rinunciato all’incarico. Si dedicò in seguito all’insegnamento come maestro elementare.
Scrisse diversi libri per ragazzi: il più famoso è Orzowei, pubblicato nel 1955, da cui fu tratta negli anni Settanta la serie televisiva omonima, che ebbe grande successo, per la Tv dei ragazzi.
Dal 1954 al ’77 si è recato in Sud America ogni estate per corsi di scolarizzazione agli indigeni e attività sociali.
Fu scelto nel 1960 per presentare il programma Non è mai troppo tardi che prese il via il 15 novembre, concepito come strumento di ausilio nella lotta all’analfabetismo. Il programma, che lo rese famoso, riproduceva in televisione delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, con metodologie didattiche innovative, dinanzi a classi composte di adulti analfabeti o quasi.
La trasmissione esordì nel 1960 e andò in onda per ben otto anni. Fu di grande interesse e di grande rilevanza sociale: si stima che quasi un milione e mezzo di persone abbiano conseguito la licenza elementare grazie a queste lezioni a distanza, svolte di fatto secondo un vero e proprio corso di scuola serale.
Le venivano trasmesse nel tardo pomeriggio, prima di cena. Manzi utilizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale scriveva, con l’ausilio di un carboncino, semplici parole o lettere, accompagnate da un accattivante disegnino di riferimento. Usava anche una lavagna luminosa, per quei tempi assai suggestiva. La ERI, casa editrice della RAI, pubblicava materiale ausiliario per le lezioni, quali quaderni e piccoli testi.
Non è mai troppo tardi ebbe un ruolo sociale ed educativo molto importante, contribuendo all’unificazione culturale della nazione tramite l’insegnamento della lingua italiana e abbassando notevolmente il tasso di analfabetismo, particolarmente elevato nell’Italia di quegli anni. Il progetto ebbe un tale successo anche internazionale che fu imitato da ben settantadue Paesi.
Concluso il programma, dopo alcune brevi e sporadiche programmazioni radiotelevisive su temi legati all’istruzione, Manzi tornò quasi a tempo pieno all’insegnamento scolastico classico, interrotto di tanto in tanto per delle campagne di alfabetizzazione degli italiani all’estero.
Tornò alla ribalta nel 1981, allorché si rifiutò di redigere le appena introdotte “schede di valutazione”, che la riforma della scuola aveva messo al posto della pagella. Manzi si rifiutò di scriverle perché «non posso bollare un ragazzo con un giudizio, perché il ragazzo cambia, è in movimento; se il prossimo anno uno legge il giudizio che ho dato quest’anno, l’abbiamo bollato per i prossimi anni».
La sua “dissidenza” gli costò la sospensione dall’insegnamento. L’anno seguente il Ministero della Pubblica Istruzione tentò di convincere “il maestro della tv” a rivedere la sua posizione e si trovò a dovere fronteggiare una nuova provocazione di Manzi. L’insegnante, seppure non avesse cambiato opinione, si mostrò infatti disponibile a redigere una valutazione riepilogativa uguale per tutti tramite un timbro: il giudizio era “fa quel che può, quel che non può non fa”. Il Ministero però fu contrario alla valutazione timbrata e allora Manzi ribattè: «Non c’è problema, posso scriverlo anche a penna».
Nel 1992 la RAI ripropose Manzi ne L’italiano per gli extracomunitari, sessanta puntate televisive, in onda su Rai 3 per insegnare la lingua italiana agli extracomunitari.
Nel 1993 ha fatto parte della Commissione per la legge quadro in difesa dei minori.
Nel 1994 è stato eletto sindaco di Pitigliano (Grosseto), dove risiedeva. Qui si è spento il 4 dicembre 1997.
Approfondimenti
Per saperne di più
Centro Alberto Manzi
“Non è mai troppo tardi” – fiction
La fiction è stata trasmessa il 24 e 25 febbraio 2014 da Rai1
-Ne parla l’attore interprete del maestro, Claudio Santamaria. Per leggere l’articolo clicca qui
– “Non è mai troppo tardi: miniserie Rai sul maestro Manzi. Colui che portò la scuola in tv”, in “AgorArt.net”, 23/02/2014