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o il capovolgimento? |
Ed è proprio da qui che il film della Disney si distacca dall’originale: perché Malefica, la buona e gentile fata protettrice della brughiera incantata, diventa cattiva? Per amore. Lei si fida di un uomo che per ottenere gloria e potere, la inganna e, insieme con le ali, le porta via anche il cuore, metaforicamente parlando.
Come sempre causa dei mali del mondo sono gli atteggiamenti egoistici degli esseri umani, che per ambizione e per desiderio di dominio, sono disposti a commettere ogni nefandezza, anche tradire chi si dice di amare. Causando male che si ritorce non solo contro loro stessi, ma anche contro persone innocenti. Malefica “si perde” e per vendetta, per il dolore subito, sia fisicamente che moralmente, si comporta come non avrebbe mai voluto. E la storia prende il suo avvio.
Fata buona o cattiva?
Malefica “sorveglia” la principessa per tutto il tempo, salvandole la vita in più di un’occasione. E la fanciulla se ne rende conto, tanto che la crede la sua fata madrina. Ma la “strega”, che inizialmente ha un atteggiamento freddo e distaccato, convinta di odiare quella “bestiolina”, come lei chiama la piccola, si lega ad Aurora e cerca, invano, di annullare il sortilegio. Il suo sguardo giallo non incute terrore, ma nasconde la sofferenza e l’amarezza dell’inganno. La sua solitudine è solo apparente, perché accanto a lei ci sono Fosco, il corvo osservatore e consigliere, e Aurora stessa che è disposta a lasciare le zie, con le quali è cresciuta, pur di vivere con lei nella brughiera.
La storia della fata dimostra quanto sia sottile il confine tra cattiveria e bontà. Lei, che agli occhi di tutti appare la strega malvagia, vendicativa e crudele, in realtà è la vera salvatrice della fanciulla. È lei che piange dinanzi al capezzale di Aurora, lei che cerca di risolvere i problemi affrontandoli e non nascondendosi dietro la paura e il tormento. Lei che pronuncia dolci parole d’amore, di quell’amore materno, vero, il solo capace di rompere ogni incantesimo.
Il vero cattivo
Assistendo alla proiezione viene spontaneo chiedersi chi sia davvero il cattivo. Stefano, il padre di Aurora, è il responsabile della sofferenza di Malefica, che prima di tutto, è una donna ferita e cerca di placare il suo tormento. È vero, usando la magia per “offendere” e non per difendere. Stefano, dopo aver ingannato Malefica e averle rubato le ali, diventa re, si sposa e ha una splendida figlia. Ma durante tutta la vicenda, non c’è il minimo segnale di pentimento per il male compiuto, non un piccolo cedimento della coscienza. Solo arroganza e presunzione che quanto ha ottenuto sia un suo diritto. Affida la bimba ancora in fasce a tre fate pasticcione e incapaci, il cui operato lascia molto a desiderare, tanto che viene naturale domandarsi come Aurora abbia potuto raggiungere i sedici anni di età. Si allontana dalla moglie, che muore, probabilmente, per il dolore. Quando Aurora, che non lo vede dal giorno del proprio battesimo, corre tra le sue braccia, non la stringe, non versa una lacrima di gioia. La fa rinchiudere nella sua stanza e così il maleficio si compie.
Conclusione
È un bel film che piacerà non solo ai bambini, ma anche ai genitori. Ha tutti gli ingredienti necessari: comicità, stranezza, magia, cattiveria, battaglie, draghi, esseri di fantasia, follia e amore.
Non so se sia migliore l’originale o questa versione della favola, che a me è piaciuta molto. Certo è che “Maleficent” attribuisce un volto umano alla tradizionale antagonista, dietro la cui cattiveria si nasconde il tormento e il torto subito.