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…nel libro, nel film
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È necessaria una premessa. Un romanzo o un film erotico non possono essere sottoposti a analisi morale o sociale perché hanno il fine di stimolare la fantasia o il desiderio sessuale di chi lo legge o lo vede. E chi sceglie di leggerlo o vederlo ne è consapevole, aspettandosi di trovarvi spinti: il linguaggio e le descrizioni e/o le trasgressioni rappresentate.
Pertanto si può non condividere e condannare un certo modo di fare sesso, ma non giudicare un romanzo o un film che nascono, appunto, come genere erotico. Genere sul quale esistono ormai numerosi saggi, a dimostrazione del fatto che rientra a pieno titolo nella letteratura. Si pensi che nel Settecento i testi pornografici erano anche filosofici, oltre a descrivere scene e situazioni eccitanti, veicolavano le idee liberali del secolo, tra cui il libero arbitrio. Uno dei più noti è “Thérèse philosophe” attribuito a Diderot, nel quale si denunciano i costumi del clero e si danno lezioni di contraccezione, si disserta di religione, di leggi, ecc.
La letteratura e il cinema sono “fantasia”. E anche qui si aprirebbe un altro capitolo: le fantasie sessuali. Quanti le considerano componenti galvanizzanti del rapporto ma nella dimensione appunto della fantasia condivisa, senza che questa si trasformi mai in realtà? Così come ci sono soggetti che senza la componente trasgressiva non sanno più apprezzare la sessualità e l’amore di coppia considerati tradizionali. La sfera sessuale è privata e ognuno sceglie liberamente di praticare ciò che preferisce con chi condivide gli stessi gusti.
La questione nodale è proprio questa! I componenti della coppia devono essere d’accordo e avere le stesse esigenze. Perché si può anche essere d’accordo nello sperimentare, ma non basta. Se si decide o ci si rende conto che una certa sessualità non rientra nella propria visione, si deve poter fare un passo indietro. Il libero arbitrio, il rispetto innanzitutto per se stessi e per l’altro/l’altra sono irrinunciabili. Mai violentarsi o permettere a qualcuno di forzare la mano.
Il primo romanzo e il primo film, “50 sfumature di grigio”, hanno come protagonisti un giovane uomo di grande successo, Christian Gray, ossessionato dal controllo e versato per il sesso sadomaso e i contratti di sottomissione (dove lui è il dominatore e la donna è la sottomessa) e una laureanda in letteratura inglese, Anastasia Steel, vergine, timida che si rivela appassionata e più determinata di quanto ci si aspetterebbe.
Infatti, volendo contraddirmi e decidendo di dare un giudizio socio-morale al romanzo-film, proprio sotto gli aspetti menzionati del libero arbitrio e del rispetto per se stessi, la vera protagonista è Anastasia Steel, la quale semmai può rappresentare un buon esempio per le donne che per amore, o talvolta senza rendersi conto di come le cose siano sfuggite di mano, sono finite tra le grinfie di uomini violenti o comunque dai gusti particolari, non condivisi. È Anastasia che alla fine decide e decide ciò che è meglio per lei, nonostante sia innamorata.
Il comportamento di Christian nella vita reale è violenza, è stalking. Ma si sta parlando di letteratura erotica diventata un film, che si è liberi di leggere/vedere oppure no. Allora si dovrebbero bruciare le opere di Sade. Ma si può vivere benissimo anche senza averle lette.
La violenza sulle donne che non è discorso che si può semplificare, richiede capri espiatori più reali: per esempio la legge che lascia in libertà o ai domiciliari uomini che dopo aver fallito al primo tentativo tornano ad aggredire le donne e finalmente ucciderle! Basta seguire i programmi televisivi che se ne occupano e, fortunatamente, ce ne sono tanti, perché è in corso un tentativo di contrastare questa cultura di violenza che attanaglia il nostro paese. Ma non è la violenza sulle donne l’oggetto del presente articolo.
Semmai, a fronte della trilogia, il vero pericolo che denuncerei è quello stile Harmony, di insinuare la convinzione nelle giovani donne di poter cambiare un uomo e di avere proprietà taumaturgiche per uomini feriti. Per poi scoprire verso i trenta o i quarant’anni, dopo una collezione di delusioni, di aver completamente sbagliato filosofia di vita. Per amore ci si può venire incontro, ci si può adattare ma non modificare del tutto. Nei sequel, infatti, è lei a convincere lui della bontà di un sesso “alla vaniglia”, cioè tradizionale.
A fare scalpore sono anche questa moda della sottomissione e delle pratiche sadomaso. E più che una trilogia e un film, pone degli interrogativi l’imperversare di questa produzione erotica. Certo non bisogna dimenticare che siamo nell’era della comunicazione virale, tutto circola in fretta e in ogni angolo del mondo. Per cui non vanno trascurati fattori quali: a) una campagna di marketing pubblicitario congeniata ad hoc che ha sapientemente autoalimentato curiosità e vendite, b) l’imitazione: il genere ha funzionato e ha stimolato la penna di tanti altri, in una società in cui molti amano scrivere.
Tuttavia qualche domanda andrebbe posta. Il sadomaso e ancor più il ruolo della donna sottomessa vanno semplicemente di moda? La gente interessata a questa forma di sessualità oppure solo incuriosita dalla lettura (fantasia e mai realtà) di questo gioco di ruoli è maggiore di quanto si immagini?
Non ci sono sufficienti elementi per valutarlo, ma sarebbe preoccupante se questo imperversare letterario, al di là del contenuto erotico, fosse una spia del dilagare di un bisogno femminile di sottomettersi o affidarsi completamente a un uomo. In una società in cui la precarietà e l’incertezza del futuro vede sempre più ragazze cercare la via facile per avere ciò che si vuole (spesso una borsa piuttosto che una ricarica telefonica, come mostrano svariate inchieste televisive), potrebbe maturare una pericolosa inversione di quella che è stata l’emancipazione femminile: lasciare che qualcun altro decida per sé purché in cambio provveda a tutto.
Christian chiede la più completa sottomissione ad Anastasia e in cambio si prende cura di lei, non le fa mancare nulla, dal necessario al surplus (il computer nuovo, la collezione di letteratura, la macchina, i vestiti, il volo con il jet personale), ma senza consultarla prima, senza cercare la conferma che è ciò che lei vuole. Anche se in fin dei conti… il computer si era rotto, lei stava preparando una tesi in letteratura, la macchina nuova serviva… E quale donna non troverebbe romantico un volo col prorpio uomo con il jet personale? Ma lui decide autonomamente. Indubbiamente comodo, in un’epoca di crisi in cui la donna emancipata non sa più come permettersi il necessario, figurarsi il surplus. E di questo le nuove generazioni hanno chiara percezione.
Ma quella donna sottomessa non è più una persona, con bisogni, desideri, pensieri. È oggetto d’amore, sessuale. Ma oggetto, appunto, e non più soggetto. Se le sfumature di grigio escono dalla camera da letto e investono la società c’è veramente da rifletterci.
Approfondimenti
Per saperne di più
Letteratura erotica
– Letteratura erotica (Treccani)
– Robert Danrton, “Libri proibiti. Pornografia, satira e utopia all’origine della Rivoluzione francese”, Milano, Mondadori, 1997
– “Thérèse Philosophe” scaricabile su Gallica (Biblioteca nazionale di Francia)
Violenza sulle donne
– Laura Roveri a “Porta a Porta“
– Dati Ansa
– Repubblica
– Inchieste sulla prostituzione minorile “Linea gialla”
Recensione al film (interessante per il punto di vista maschile, molto corretta, ma tendente a confondere violenza di genere e film di genere erotico):
– Lee Marshall, Cinquanta sfumature di abusi