Vera Slolim, moglie e musa di Nabokov

Un carteggio racconta l’appassionato amore dello scrittore russo

 

di Chiara Listo

Chiunque ascolti il nome di Vladimir Nabokov (1899 – 1977) lo potrà ricondurre facilmente al suo personaggio più controverso, Humbert Humbert, che trova posto all’interno del suo libro più scabroso e conosciuto, Lolita: un romanzo che ha ammaliato le menti, che mette addosso brividi e febbre, pagine che lo stesso Nabokov odiò o amò e che più volte tentò di dare alle fiamme.

Vladimir Nabokov è uno degli scrittori più noti del panorama letterario russo. Meno persone però sanno che dietro la genialità e la follia di quest’uomo, c’era una donna forte che con il suo amore e i suoi baci gli ha permesso di scrivere e vivere una sorta di “coscienza angelicata”. Un grande amore corrisposto a cui Nabokov fu legato teneramente per tutta la sua vita.

 

Chi era?

 

Vera Evseevna Slonim nacque nel 1902 a San Pietroburgo. Si trasferì a Mosca con la sua numerosa famiglia e, a seguito della Rivoluzione d’Ottobre, si spostò a Berlino.

Aveva due sogni, Vera: scrivere e tradurre. Nella capitale tedesca, conobbe Vladimir durante un ballo di beneficenza nel 1923. Da allora la coppia si separò sempre più di rado. I due si sposarono due anni dopo, il 15 aprile del 1925.

 

 

Trecento lettere, da poco edite per iniziativa dell’unico figlio della coppia, Dmitri, “raccontano” dal fatidico incontro del 1923 al 1977, anno della morte di Vladimir, l’intenso rapporto amoroso vissuto dai due coniugi.

 

 

Nel loro primo incontro, Vladimir non poteva mai immaginare che quella donna sarebbe stata una delle cause principali della sua fortuna. Vera fu l’unica a sostenerlo incondizionatamente, soprattutto nei momenti peggiori. Grazie ai suoi incoraggiamenti, la giovane portò presto alla nascita del “mito” Nabokov: raggiunse la notorietà internazionale nella seconda metà degli anni Cinquanta.

 

Dalle lettere del narratore russo traspare un’immensa gratitudine e un grande affetto per sua moglie. In una delle missive, Vladimir scrive: “Come posso spiegarti, mia gioia, mia felicità celeste quanto sono completamente tuo, con tutti i miei ricordi, i miei poemi, i miei impulsi e i miei tremori intimi? O spiegare che non posso richiamare alla mente il più piccolo accidente senza rimpiangere, un così doloroso rimpianto, che non l’abbiamo attraversato insieme?”. Un amore dolce, struggente e romantico che Vera ricambiava. Di lei si ha in possesso meno lettere, perché, come ricorda il figlio Dmitri, la madre ne bruciò parecchie, forse con l’intento di voler preservare quel sentimento così esclusivo.

 

 

Per Nabokov, Vera fu consigliera, psicologa, moglie, madre, editrice, dattilografa, segretaria e tanto altro ancora. Vladimir la ringraziava con parole d’amore che il suo cuore e le sue dita da scrittore sapevano così bene trasmettere. La giovane si prendeva cura del marito poiché non era in grado di farlo da solo. Forte come solo una donna innamorata e grintosa poteva essere, Vera prese la patente per poter accompagnare il marito in America per qualsiasi occasione, dai convegni alle letture pubbliche, e persino, per andare a caccia di farfalle la domenica. Nabokov non era in grado di proteggersi, così la moglie era solita portarsi dietro una pistola per entrambi.
Lui era il genio indifeso, lei il suo scudo.

 

Fu lei a impedire che Vladimir bruciasse, come più volte aveva cercato di fare, le bozze e le prime pagine di “Lolita“, forse intuendo il conturbante successo che il romanzo avrebbe avuto. Prima di morire, il marito la pregò di disfarsi pure del suo ultimo romanzo, “L’Originale di Laura”, ma in seguito, né lei né Dmitri ebbero cuore di farlo. L’opera, di fatto, uscì postuma nel 2009.

 

Vera Nabokov tradusse molte opere dal russo all’inglese, e fu un’ottima imprenditrice. Donna d’affari e capace al contempo di un amore indissolubile, ferma e insieme di una tenerezza disarmante. Ancora oggi, a rileggere molte delle opere di Nabokov, quando si conosce la sua storia, si rimane stupiti da quante volte, il narratore russo abbia disseminato, nelle pagine dei suoi romanzi, rimandi e ringraziamenti alla sua donna che, ogni giorno, con il suo sorriso e il suo amore, rendeva possibile la sua vita. Come scrittore e come uomo.

 

Approfondimenti

 

 

Bibliografia


– Olga Voronina (a cura di), “Vladimir Nabokov. Letters to Vèra”, 2014.

– Stacy Schiff, “Véra: Mrs. Vladimir Nabokov”, 1999.

– Martin Amis, “Visiting Mrs. Nabokov”, 1993.

 

Curiosità


Un ritratto commovente e giovanile di Vera Nabokov è stato tracciato nella canzone “Come Vera Nabokov” della band italiana ‘I Cani‘.

 

 

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