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Un’anima divisa tra l’amore per la patriae la passione per la poesia
di Chiara Listo Corre l’anno 510 a. C. Sono momenti difficili per la città di Argo: gli spartani, alla cui guida sono i re Cleomene e Demarato, sono alle porte della città. Ci sono già stati molti combattimenti e molto sangue è stato sparso, la gente dispera. Se fosse una tragedia greca, alla fine giungerebbe un dio in aiuto della città. Se fosse ancora l’Era degli Eroi di cui parlava Esiodo, un uomo valente si alzerebbe in aiuto della città. Ma questa non è una tragedia, e gli Eroi non esistono più. C’è però ancora un grande guerriero in difesa della propria città natale. Particolare che nessuno si aspetterebbe: si tratta di una donna. Il suo nome è Telesilla (in greco: Τελέσιλλα).
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Plutarco ci fa sapere che questa donna proviene da una nobile famiglia, e che alla nascita soffriva di una grave malattia. Con molte difficoltà e le perplessità dei parenti era arrivata all’età adulta. Non aveva mai smesso di cercare un rimedio alla sua debolezza fisica, e allora si era rivolta agli dei. Il responso fu chiaro: se Telesilla avesse servito le Muse, avrebbe ottenuto la guarigione.
Telesilla divenne una poetessa, guarì e crebbe ammirata da tutta la città. Fu autrice di numerosi inni, indirizzati alle fanciulle argive e agli dei Apollo e Artemide, e inventò un nuovo tipo di metro, che da lei prese il nome. Era ingegnosa e artistica, Telesilla. E, cosa essenziale, aveva in sé un ardore insopprimibile e amava la sua città.
Per questo, nel momento più difficile, afferrò l’elmo e si pose alla guida di un gruppo di donne argive. Non solo fu tanto brava da convincerle a scendere in guerra al fianco degli uomini, ma le sue parole e le sue azioni furono così convincenti che lei e le sue donne-guerriere riuscirono a salvare Argo.
La città non dimenticò l’impegno di Telesilla, e nemmeno gli altri grandi poeti dell’epoca. Il suo nome è menzionato da Antipatro di Tessalonica, che fornisce un elenco delle nove più grandi poetesse greche. Geniale nell’estro artistico, al pari di Corinna e forse di Saffo, e indomita nella volontà. Pausania ricorda, nella Periegesi della Grecia, che ad Argo, nel tempio di Artemide, era posta una stele su cui era incisa la poetessa Telesilla, con l’elmo in mano e i libri ai suoi piedi.
L’immaginario comune classico attribuisce a Telesilla e al suo coraggio la salvezza di Argo, e anche se, di tutta la sua produzione sono rimasti meno che esigui frammenti al giorno d’oggi, non possiamo non preservare il ricordo della donna che, secondo la leggenda, salvò un’intera città greca.
Approfondimenti
Bibliografia
– L. Del Corno, “Letteratura Greca”;
– Plutarco, “De mulierum virtutis” (“Sulle virtù delle donne”);
– Pausania, “Periegesi della Grecia”.
Argo – Brevi cenni storici: lo scontro con Sparta
Argo fu nella Grecia antica la seconda città del Peloponneso. Sotto la guida del tiranno Fidone, fra l’VIII ed il VI secolo a.C., la città raggiunse l’apice della sua potenza. La supremazia militare di Argo nel Peloponneso e su Sparta si mantenne fino al 600 a.C., la sua espansione si consolidò con la schiacciante vittoria a Isie nel 669 a.C. contro Sparta, dopo tale scontro le due città furono eterne nemiche.
Dopo il periodo fidoniano Argo comincia gradatamente a perdere il proprio predominio. In particolare fu l’intervento di Sparta a ridimensionare definitivamente la potenza argiva fino ad impedirle il controllo della stessa pianura circostante. Sparta infatti strappò la città di Tirea al dominio argivo nel 545 a.C., durante al cosiddetta Battaglia dei Campioni che vide gli spartani vittoriosi se pur con notevoli perdite. In seguito a questa battaglia numerose poleis più piccole si posero sotto la tutela spartana. Argo subì in seguito altre gravi sconfitte ad opera degli spartani durante il regno del potente re di Sparta, Cleomene I. La prima nel 510 a.C. quando Argo fu salvata dalle donne che scesero in armi a difendere la città sotto il comando della poetessa Telesilla. La seconda, e più grave, nel 494 a.C., con la battaglia di Sepeia, nei pressi di Tirinto, nella quale le perdite argive furono così gravi da provocare una tale crisi demografica che la città dovette essere governata per un lungo periodo dagli orneati (perieci) dando origine a quel complesso ed instabile equilibrio politico che caratterizzerà tutta la successiva storia di Argo.
Per saperne di più su Argo, leggi “Argo” in Treccani.it