La donna incarnazione di forze arcane,
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In quanti non hanno almeno una volta definito una donna simile ad un’Arpia o a un’Erinni, per esempio, per evidenziarne il carattere irascibile e vendicativo, o al contrario per qualificarne la bellezza, la grazia o la benevolenza l’hanno paragonata a una fata o una ninfa. Altre volte magari si è pensata una donna simile a una sirena rimandando al potere di seduzione che possedevano queste creature. Si attinge così al patrimonio di figure mitologiche e leggendarie disseminate nel corso della storia dell’umanità e come in una sorta di dizionario vi proponiamo alcuni degli esempi più o meno noti, del più svariato patrimonio culturale mondiale.
Ammit
Creatura leggendaria della mitologia dell’antico Egitto, conosciuta anche come Divoratrice. Il suo aspetto incute terrore con un corpo composto da parti di diversi animali: testa di coccodrillo, zampe anteriore e tronco di una leonessa e parte posteriore simile a un ippopotamo. Essa assiste alla Psicostasia, insieme ai vari dèi: se la piuma di Maat pesa meno del cuore del defunto, il cuore viene dato in pasto a lei e il morto è condannato a passare l’eternità nel Duat, il regno degli Inferi.
Aello (v. Arpia)
Aletto (v. Erinni)
Arpia
Creatura della mitologia greca, il cui nome significa letteralmente “rapitrice”. Si tratta di una bestia raffigurata con il volto di donna e il corpo di un enorme uccello rapace. Nella cultura greca raffiguravano la furia dei venti marini, si raccontava infatti che durante le burrasche e le tempeste di mare, le Arpie erano solite rapire i naufraghi. Da cui l’etimologia nel nome. In seguito furono considerate creature infernali che rapivano le anime dei morti per trasportarle nell’aria, le cosiddette “predatrici delle anime”, e per tale ragione venivano spesso raffigurate nei cimiteri, su tombe, lapidi e monumenti funerari. Inizialmente il loro numero era ridotto a soli quattro elementi: Aello, Nicotoe, Ocipete e Celeno. In seguito le arpie furono intese come moltitudine. Il loro nome si trova anche in opere celeberrime come L’Odissea, L’Eneide e La Divina Commedia (Canto XIII dell’Inferno).
Àtropo (v. Parche)
Baba Yaga
È la strega per antonomasia del folklore russo e slavo. Si sposta volando in un enorme mortaio, usando il pestello come timone, e vive in una capanna danzante, sorretta da due colossali zampe di gallina. Grande è il suo potere come maga, imperscrutabile è il suo volere. Spesso viene descritta come mangiatrice di bambini e crudele megera, ma in altri casi viene cercata e interpellata (a rischio e pericolo dell’avventuriero di turno) come saggia dispensatrice di antica conoscenza.
Banshee
Creatura mitologica nota in Irlanda e Scozia, raffigurato come una bella donna avvolta da un mantello e con gli occhi arrossati dal pianto, si tratta di uno spirito femminile classificato tra quelli malvagi perché non si mostra mai agli uomini, se non quando questi sono prossimi alla morte. La Bashee appare di notte e la si può sentire mentre urla e singhiozza vicino a una casa, alla finestra di una camera da letto o negli ospedali quando la morte è vicina. Per questo viene considerata portatrice di cattivi presagi, anche se nei miti viene descritta semplicemente come una donna che si aggira per stagni e paludi.
Biliku
Il suo mito si tramanda tra le popolazioni delle isole Andamane, in India. Viene raffigurata come una enorme donna ragno, responsabile della creazione della Terra stessa grazie alla sua tela. La leggenda indiana narra che dopo aver tessuto la tela, Biliku si aggirò nella “vasta notte vuota” e si servì delle antenne per modellare la Terra e collocarla nell’Universo. Soddisfatta del suo lavoro, creò fuoco e luce e ne governò ogni aspetto. Tale figura è arrivata in Occidente attraverso diverse rappresentazioni nella letteratura fantasy europea, come Shelob (ne “Il Signore degli Anelli”) e Aragog (in “Harry Potter”).
Celeno (v. Arpia)
Cloto (v. Parche)
Driadi
Essere immortali della mitologia dell’antica Grecia, le Driadi sono ninfe (v. Ninfe) che vivono nei boschi e incarnano la forza rigogliosa della natura. Pur generate dagli alberi, non fanno corpo unico con essi (come accade invece alle Amadriadi) ma possono muoversi liberamente, nonostante la parte bassa del corpo somigli a un intrico di radici. Il loro compito principale è cantare, danzare e trasmettere la bellezza del creato.
Echidna
Considerata la madre di tutti i mostri, Echidna è una creatura della mitologia greca raffigurata come una splendida donna il cui corpo finisce, però, con una enorme coda di serpente. Echidna in greco significa “vipera”, e nel nome c’è già il destino del mostro: si diceva che viveva in una grotta profonda tra gli Arimi e che avesse l’abitudine di divorare i passanti; altre tradizioni la pongono nel Peloponneso, dove sarebbe stata uccisa nel sonno da Argo dai Cento Occhi. È ritenuta l’essere che generato creature come Sfinge (v. Sfinge), Idra, Cerbero e Chimera.
Empusa
Mostro soprannaturale della mitologia greca, con la capacità di assumere diverse forme al fine di ingannare i passanti, attirarli e divorarli: dalla vacca alla cagna passando per una donna debole o seducente, pur facendo sempre trapelare dei tratti mostruosi. Come la Lamia (v. Lamia), viene considerato uno dei primi esempi di vampiro della mitologia, perché il suo pasto classico è composto da sangue e carne umana.
Erinni
Nella mitologia greca sono tre sorelle (Aletto, Megera e Tisifone), divinità minori, personificazione al femminile della vendetta. Nate dal sangue di Urano, vengono raffigurate come donne volanti splendide ma terribili, con la bocca sempre spalancata in un urlo agghiacciante, serpenti al posto dei capelli e una torcia (o frusta) in mano per torturare l’oggetto della vendetta, volavano su grandi ali di pipistrello. Erano preposte a punire chi violava certi tabù: tormentavano, per esempio, chi bestemmiava, chi si rivoltava contro la madre, chi portava inutile violenza alle donne. I Romani le chiamarono Furie.
Euriale (v. Gorgoni)
Fata
Creatura tipica della cultura italiana e francese, le cui radici affondano però nella mitologia classica, derivando aspetto e poteri dalle ninfe e dalla Parche (v. Parche) (il cui nome latino è proprio Fatae, ovvero coloro che presiedono al fato). Essere etereo per eccellenza, la Fata ha lo scopo di vegliare sul destino degli esseri umani.
Gorgoni
Figlie di Forco e di Ceto, sono creature della mitologia greca, tre sorelle dall’aspetto mostruoso. La più celebre è senza dubbio Medusa, regina degli Inferi, ma anche le altre due (Steno ed Euriale) sono in possesso delle stesse caratteristiche: ali d’oro con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e capelli di serpente. Un aspetto tale da pietrificare chiunque le guardi dritto negli occhi. La nota leggenda di Medusa racconta che ella viene uccisa e decapitata da Perseo, che riesce a sfuggire al suo sguardo osservandola attraverso lo specchio divino di Atena. Seppure Medusa sia la più conosciuta delle tre Gorgoni, probabilmente essa era la più debole tra le sorelle, inoltre Medusa era mortale a differenza delle maggiori Steno ed Euriale, che forse vivono ancora in qualche sperduta isola dell’Egeo, o nel bel mezzo del deserto libico
Questi mostri ricorrevano in molte fiabe e storie dell’epoca, risultando così essere una sorta di antichi “babau”, che nelle moderne favole vengono nominati per far rigar dritto i bambini.
Hel
Figlia di Loki e di una gigantessa del ghiaccio, Hel (o Hella) è la Dea norrena dell’Aldilà infernale, dove precipitano le anime dei morti senza onore, dei traditori e dei criminali. Gelida e orrenda come il regno che governa, Hel porta disgrazie e malattie ogni volta che si manifesta tra i viventi. Temuta, non venerata, anzi piuttosto odiata, l’orrenda figlia di Loki ha un lontano passato da Dea associata alla Terra, questo prima che diventasse solamente la regina di un mondo cupo e disperato.
Himica
Per noi, e in particolare per gli appassionati di anime e manga anni Settanta, è nota soprattutto per essere la regina infernale che sfida il robot Jeeg. In realtà l’Himica dei fumetti è ispirata a un personaggio storico, l’omonima sovrana-sciamana del popolo Yamatai. Il suo regno è del III secolo d.C. e la sua fama è dovuta soprattutto alle potenti arti magiche che si dice fosse in grado di padroneggiare. Si racconta, inoltre, che Himica aveva un gran numero di fedeli servitori e guerrieri che, al momento della sua morte, la seguirono nella tomba (forse in attesa di un ritorno alla vita grazie alla negromanzia).
Kali
Celeberrima divinità femminile hindu, rappresenta la manifestazione più tremenda, distruttiva e non materna della Grande Dea. Dal carattere battagliero e feroce, Kali è in realtà una Dea dal duplice aspetto: terrificante e al contempo necessaria per perpetrare il corso naturale della vita e della morte. Raffigurata con più braccia armate, collane di teschi e pile di cadaveri sacrificali ai suoi piedi, la Dea Kali è in grado di causare incubi più di ogni altra divinità di pari grado.
Làchesi (v. Parche)
Lamia
Spesso confusa con la Empusa (v. Empusa), la figura di Lamia è simile ma con origini mitologiche diverse: anche lei viene raffigurata come un vampiro ante-litteram, una figura in parte donna e in parte animale, il cui scopo è rapire i bambini e adescare uomini, alla base della sua dieta alimentare.
Gli antichi Greci narravano anche il mito di Lamia, bellissima regina della Libia, che ha il torto di far innamorare Zeus scatenando l’ira di Era, che uccide tutti i suoi figli. Da quel giorno subisce una corruzione nel corpo e nell’anima, diventando un mostruoso essere mutaforma: può trasformarsi così in una donna dalla splendida apparenza in grado di sedurre giovani uomini per poi nutrirsi del loro sangue e della loro carne.
Lilith
Creatura leggendaria della mitologia della Mesopotamia, Lilith si ritrova anche in alcuni testi ebraici (secondo molti era la prima moglie di Adamo, ripudiata e cacciata). Viene raffigurata come una splendida donna, ma in realtà è un demone associato alla tempesta ed è considerata portatrice di disgrazia, malattia e morte. Per la sua forza, viene spesso utilizzato come simbolo delle lotte femministe nel XX Secolo.
La cultura cristiana la considerava protettrice delle streghe e di tutto ciò di negativo che veniva associato alle donne (adulterio, magia nera, lussuria). Bellissima e letale, viene associata anche ai vampiri, o ad altre creature di questo genere, di cui è considerata una delle rappresentanti più antiche e longeve.
Megera (v. Erinni)
Moire (v. Parche)
Morgana
Resa famosa dal ciclo arturiano, Morgana è la sorellastra di Artù, nemica della regina Ginevra. Secondo il poema epico “Vita Merlini” di Goffredo di Monmouth, Morgana sarebbe anche una delle nove sorelle che governano la segreta Avalon. In tale opera viene descritta come una mutaforma e una guaritrice di grande potere. A noi è più nota come maga di somma abilità, nonché madre di Mordred, figlio incestuoso e nemesi di Re Artù.
Naiadi
Le Naiadi fanno parte della grande famiglia delle Ninfe (v. Ninfe), nello specifico le ninfe dell’acqua ( o meglio delle acque dolci) nelle sue diverse forme: i fiumi, le sorgenti, le fontane, i laghi e le paludi. Raffigurate come donne bellissime, quasi sempre a corpo nudo, le Naiadi hanno il dono della profezia e facoltà guaritrici, di fatto gli infermi bevevano l’acqua delle loro fonti o vi si bagnavano. In alcuni casi, però, il bagno era considerato sacrilego ed era punito con una vendetta che solitamente era espressa in forma di malattia misteriosa. Pur essendo, secondo il mito comune, figlie di Zeus, non sono immortali ma dotate di grande longevità.
Le ninfe marine (quindi quelle delle acque salate) invece sono conosciute come Nereidi.
Nicotoe (v. Arpia)
Ninfe
Una famiglia molto numerosa di creature femminili della mitologia greca, raffigurate come belle fanciulle piene di grazia ed eternamente giovani. Le ninfe si distinguono in tre categorie specifiche: le ninfe di terra (Epigee), le ninfe d’acqua (Idriadi) e le ninfe d’aria (Pleiadi).
Norne (v. Parche)
Ocipete (v. Arpia)
Parche
Nella mitologia romana erano le divinità che stabilivano il destino dell’uomo, figlie di Zeus e Temi, la Giustizia. Note anche presso i Greci con il nome di Moire e nella tradizione norrena come Norne.
In origine si trattava di una divinità singola, Parca, dea tutelare della nascita; successivamente le furono aggiunte Nona e Decima, che presiedevano agli ultimi mesi di gravidanza; infine fu cambiato il nome della Parca in Morta. In ultimo furono assimilate alle greche Moire (Clòto, Làchesi e Àtropo).
Erano raffigurate come vecchie tessitrici scorbutiche: la prima filava il filo della vita; la seconda dispensava i destini, assegnandone uno a ogni individuo stabilendone anche la durata; la terza, l’inesorabile, tagliava il filo della vita al momento stabilito.
Scilla
Secondo la tradizione comune si tratta della figlia del dio marino Forco e di Ceto, in origine una splendida ninfa (v. Ninfa) dagli occhi azzurri poi trasformata in mostro marino il cui corpo finisce non con le gambe ma con sei feroci musi di cane. L’orrore provocato dal suo stesso aspetto spinge Scilla all’esilio, sullo scoglio vicino a dove abita anche Cariddi (l’attuale stretto di Messina), altra creatura mostruosa condannata da una punizione di Zeus.
Sekhmet
“Colei che è potente”, Dea egizia dal corpo di donna e dalla testa leonina, venerata soprattutto nel Basso Egitto. Era la tremenda della Dea della guerra, capace di generare letali raggi di calore (associati al deserto) e un vento sferzante e terribile. Rappresentava il braccio violento del Dio Ra (di cui è figlia) e veniva mandata tra i mortali per punire gravi infrazioni e blasfemie. Perfino il perfido Seth la temeva, così come tutti i mostri dell’Aldilà. Ciò nonostante i suoi sacerdoti erano conosciuti anche per essere dei prodigiosi medici e guaritori, tra i migliori di tutti quelli al servizio del faraone.
Sfinge
Creatura mitologica tra le più famose al mondo, la Sfinge non è per forza una figura femminile, anche se la più celebre è la Grande Sfinge di Giza, raffigurata come un volto di donna con il corpo di leone, dotato di ali. Il simbolo della Sfinge ha attraversato i secoli, dall’antico Egitto alla Grecia fino ai Romani e al Medioevo, utilizzato ancora dai Templari per adornare le loro tombe. In letteratura è famoso l’indovinello della Sfinge custode di Tebe nel mito di Edipo.
Sirena
Nata nella mitologia greca antica, la Sirena ha avuto grande fortuna come creatura leggendaria, arrivando fino ai giorni nostri (molti sono convinti che esistano davvero). Difficile trovare una descrizione univoca del loro aspetto, anche se l’iconografia classica le vuole donne bellissime metà umane e metà pesce, dotate di un canto suadente con il quale attirano i marinai. Esse apparivano tra le acque del mare chiedendo ai marinai di interrompere la loro solitaria navigazione e intrattenersi con loro, nessuno resisteva all’invito che precedeva una fine crudele.
Steno (v. Gorgoni)
Strige
Creatura della mitologia dell’antica Roma, viene raffigurata come un uccello notturno con quattro zampe e occhi scuri senza pupilla. La Strige che si nutre di carne e sangue umana (i bambini sono le sue prede preferite) ed è portatrice di cattivi presagi, è considerata una delle figure che hanno poi ispirato il mito del vampiro, inoltre ha dato vita alla figura della strega nel folklore italiano.
Strega (v. Strige)
Tiamat
Creatura della mitologia babilonese, Tiamat è la madre del cosmo, dea degli oceani, raffigurata come un enorme serpente dotato di corna. In Grecia è conosciuta anche come Thalatte, dal termine “talassa” che significa “mare”. Nella sua discendenza troviamo anche altre figure importanti come Kingu e Marduk.
Tisifone (v. Erinni)
Valchiria
Divinità della mitologia norrena (tradizione precristiana dei popoli dell’attuale Scandinavia), al servizio di Odino. Nell’iconografia tradizionale viene raffigurata come una figura a metà tra una donna e un corvo, a cavallo di un lupo, il cui scopo è volare sui campi di battaglia alla ricerca dei più valorosi eroi caduti da portare nel Valhalla.
* La foto in evidenza: “Una sirena” (1901) di J.W. Waterhouse