“Rugby per tutti”, lo sport per l’inclusione

Un approccio sportivo per superare
la segregazione e gli stereotipi di disabilità

di Giacomo Civino 

La Federazione Italiana Rugby propone, da ormai da diversi anni, la pratica di un rugby di base in grado di affiancare atleti normodotati ad atleti con disabilità fisiche o mentali. Il gioco non è competitivo ma, al tempo stesso, non ha nulla di diverso da quello dei grandi appuntamenti internazionali.

Il rugby con un sempre maggiore potere inclusivo, con l’obiettivo di rendere ancor più concreti i valori su cui il gioco si fonda, affinché si possa formare una nuova generazione di atleti e tecnici in grado di appianare le diversità tra i singoli praticanti, contribuendo ad allargare la base.

Un “Rugby per tutti”, prende il nome del grande contenitore di iniziative per lo sviluppo del rugby di base lanciato da FIR nel 2016, di cui fa parte il Progetto MIX.A.R. (MIXedAbility Rugby), sviluppato con la collaborazione dalla Federazione insieme alla FederacionEspanola de Rugby, a IMAS (International Mixed Ability Sports), all’impresa sociale Per Formare e ad alcuni Club irlandesi ed alla federazione fiamminga. Il progetto si propone di sperimentare e attuare un approccio innovativo e collaudato di inclusione sociale attraverso il rugby in 5 Paesi europei.

Il modello promosso da IMAS – http://www.mixedabilitysports.org/it/ – prevede l’interazione di giocatori disabili e non disabili nel gioco del rugby a pieno contatto, promuovendo salute, equità, parità di appartenenza e coesione sociale, andando a combattere ciò che sono la segregazione e gli stereotipi sulla disabilità, favorendo lo sviluppo di formazione permanente e sviluppo personale per tutti i partecipanti. Altro scopo del progetto è quello di formare tecnici in grado di promuovere all’interno delle singole realtà i modelli inclusivi propri del progetto.

Per raggiungere gli obiettivi proposti, MIX.A.R. ha organizzato nel corso del 2018 momenti di formazione rivolti ad allenatori e momenti di diffusione sul territorio e coinvolgimento attivo degli atleti, per far conoscere il progetto e favorire i processi di coesione sociale. Nel 2019 è in calendario un convegno conclusivo, organizzato da FIR a Roma, volto a condividere su base globale una metodologia strutturata e un piano di lavoro riproponibile su scala mondiale.

Daniele Pacini, Responsabile del Rugby di Base FIR, ha dichiarato: “’Rugby per tutti’ non è solo, come si potrebbe pensare, un progetto di reclutamento del rugby in Italia, ma un contenitore molto più ampio di iniziative volte a coinvolgere nella pratica del nostro sport un numero sempre crescente di uomini, donne e bambini. E questo non può che prescindere dalle loro abilità psicomotorie, da eventuali handicap fisici o mentali, dal loro ceto sociale. La Federazione crede in un rugby di base inclusivo, aperto a chiunque voglia praticarlo, capace di unire travalicare convenzioni sociali secondo le quali normodotati e diversamente abili non possono competere nella stessa forma di gioco”.

“Con MIX.A.R. – ha aggiunto Pacini – la FIR non solo si prefigge di contribuire all’ulteriore sviluppo del Gioco in Italia, ma vuole impegnarsi attivamente al servizio del rugby mondiale per promuovere un processo scientifico di sviluppo del gioco misto, sviluppando insieme ai partner un percorso che possa aprire la strada ad altri progetti di questo tipo in Italia, in Europa e in tutto il Mondo. Siamo entusiasti che l’Unione Europea abbia deciso di affiancare noi, IMAS e tutti gli altri partner contribuendo attivamente al progetto e non vediamo l’ora di iniziare a lavorare, tutti insieme, per un gioco aperto a tutti”.

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