“Forza e libertà. Attraverso Alda Merini” di Ivana Leone

«Faremo un breve viaggio insieme, attraverso quella che è la storia di Alda,
attraverso la libertà e attraverso la condizione della donna oggi»

di Redazione 

Pubblicato da L’Argolibro, esce il nuovo libro della scrittrice cilentana Ivana Leone: “Forza e libertà. Attraverso Alda Merini”. Un tomo in bilico fra il saggio e il testo poetico, dedicato ad Alda Merini e, più in generale, alla libertà d’espressione, una sorta di invito alle donne ad “osare”, oltre quelli che sono i limiti imposti dalla società.

 

«Questo saggio rappresenta me stessa, attraverso il mio “grido” di libertà e follia. Non è la prima volta che parlo di follia; già nella mia pubblicazione del 2016, “Anima e follia”, viene fuori questo argomento rivolto sempre alla libertà di espressione attraverso, però, una raccolta poetica. Chi mi conosce bene sa quanto io tenga alla libertà e alla realizzazione personale e quanto sia vicina a quelle donne che spesso hanno paura di lottare per un sogno. Il mio è un invito, a guardarsi dentro, a lottare per ciò che si desidera e si vuole davvero».

Il libro
Questo saggio rappresenta la rinascita dell’autrice. La consapevolezza che la libertà si conquista poco a poco e che bisogna tenersela stretta. Il suo è un “grido” alla libertà delle donne, alla conquista di se stesse e alla propria identità. In questo lavoro inizia a parlare di libertà attraverso Alda Merini, la poetessa dei Navigli, donna geniale nella sua sana “pazzia”. La poetessa dei Navigli era una donna profonda, estrosa, “folle” era fuori da ogni clichè della donna madre e moglie che ama in silenzio, invecchia in silenzio. Lei aveva una luce diversa e parlava scrivendo versi, troppo arguti per il suo mediocre marito e troppo maschili per la sua ipocrita famiglia.

Ivana Leone ha “conosciuto” Alda una sera di agosto, così, all’improvviso è entrata nella sua anima e ci è restata. In spiaggia leggeva e di tanto in tanto mi fermavo a guardare l’orizzonte e lo scrutavo in lontananza. Durante la lettura di quei versi mi sono persa tra le mille pagine di un folle libro che ha catturato una parte di me. C’è stata una forte intesa tanto che da quel momento non ci siamo più lasciate. La sente vicina e il grido di follia della Merini diventa anche il suo. Alda con le sue labbra sempre innamorate, con la sua voglia di essere una donna libera e diversa ha cercato sempre di cogliere la forza e il limite della parola nel silenzio di un’immagine.

«Essere donna, ahimè, ancora oggi non è facile. Spesso veniamo attaccate sul posto di lavoro, non siamo sempre tutelate e veniamo ostacolate nella nostra libertà di espressione. Ad esempio, basti pensare che troppo spesso il fattore maternità favorisce l’uscita dal mercato del lavoro. La nascita di un figlio rappresenta un periodo della vita in cui le donne desiderano chiedere un part-time per poi poter rientrare a tempo pieno senza per questo essere penalizzate in termini di carriera. Nel corso del tempo, il lavoro part-time femminile è cresciuto notevolmente ma solo nella forma di part-time involontario, questo significa che spesso non si tratta di una scelta ma viene subito per mancanza di alternative lavorative. Quelle alternative lavorative che non permettono di scegliere con libertà come continuare a svolgere il proprio lavoro con passione e dedizione. Le donne devono avere la possibilità di scegliere, di essere libere», spiega Ivana Leone.

Chi è Ivana Leone?
Classe 1987, nasce ad Agropoli (un piccolo paese del Cilento) ma vive a Roccadaspide fino all’età di diciotto anni, quando poi si sposta fuori per studio. Con una laurea in Lettere Moderne, la specializzazione in Filologia Moderna e un Master in Giornalismo a Roma, Ivana decide che i tempi sono fecondi per iniziare a scrivere qualcosa di proprio pugno: nasce così il suo primo libro, “Anima e follia” (L’Argolibro, 2016), una raccolta di poesia che la “inizia” al mondo della scrittura portando a casa anche diversi riconoscimenti.

Ma ancora una volta la giovane entra in conflitto con se stessa, Salerno, città del mare dei profumi e dei colori con il passare del tempo le starà sempre più stretta fino a decidere di trasferirsi nuovamente. Questa volta sarà Milano ad accoglierla. Con la città lombarda entrerà immediatamente in sintonia come un colpo di fulmine quando ci rapisce l’anima. Oggi vive e lavora a Milano dove, oltre ad insegnare in un liceo scientifico, svolge varie attività, si dedica alla scrittura e all’arte… E quando qualcuno le chiede com’è Milano? Lei risponde “È come una donna affascinante e misteriosa che si scopre poco a poco e che ti rapisce l’anima”.

«Questo saggio nasce in seguito al mio trasferimento a Milano. In questa grande metropoli nulla ti è dovuto e tutto ciò che desideri te lo devi sudare. Ancora ricordo il primo giorno in cui ho messo piede in piazza Duomo. Il senso di spaesamento era grande e incolmabile ma la libertà che ho sentito addosso, sulla mia pelle, non si può spiegare a parole. È stato qualcosa di intenso, magico, diverso. Ho immediatamente pensato “Ecco, da qui voglio ripartire, da qui voglio realizzare i miei sogni e devo impegnarmi al massimo”. Ho sentito talmente forte il profumo della libertà che ho pensato immediatamente alla poetessa dei navigli. Eh, si! Proprio lei; nel 2012 ero già stata a Milano per lavorare alla mia tesi di laurea “Il tema della follia nella letteratura italiana” quando all’improvviso ho sentito la “chiamata” di Alda. Mi sono recata lungo i navigli, ho passeggiato nella sua Milano, che purtroppo non sempre l’ha amata, e di getto ho iniziato a scrivere. E così, come un fiume in piena, pian piano è nato il mio nuovo lavoro. Inizialmente ho scritto dei versi dedicati alla Merini ma poi mi sono resa conto che la “signora della poesia” meritasse di più e così mi sono soffermata sulla sua storia di donna, di madre, di moglie e tutte le difficoltà che ha avuto per esprimere se stessa e la sua natura di donna libera».

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