I Sacri Monti piemontesi

Patrimonio UNESCO ed espressione della religiosità post tridentina

di Barbara Saccagno  

I complessi artistico-religiosi dei Sacri Monti sono una delle più vive manifestazioni della Controriforma (1), che di “vitale” in realtà ha avuto ben poco, a sostegno della nuova religiosità maturata dai canoni tridentini.

Sempre caro mi fu quest’ermo colle…
Sin dagli albori dell’opera di evangelizzazione cristiana, in Oriente come in Occidente, il topos del luogo selvaggio e impervio, per raccogliersi in preghiera, evangelizzare e plasmare la natura in un ordine rigoroso e morale organico, divenne un must, per averne un’idea basta leggere le vite dei santi più antichi(2).
Certo che se, “stringi stringi”, si osserva il posizionamento topografico dei monasteri medievali si vedrà che la natura indomita non è stata una scelta casuale. I cenobi erano sempre posizionati su importanti crocevia di passaggio o in aree ad alto valore produttivo, perché la preghiera non era mai disgiunta dalla propulsione economica e dalla trasmissione di cultura e di potere.
Molto dobbiamo, che piaccia o meno ammetterlo, alla chiesa tardo antica e medievale per la crescita economica, per la custodia e per la trasmissione del sapere antico in tutta Europa.
Sicuramente un cambio di prospettiva alla base dei sacri monti “moderni” c’è stata, anche nel concepire il rapporto con la natura. Il luogo diventa compartecipe del docere attraverso l’arte, sia come scenografia naturale sia per amplificare il senso di sacralità e di distacco dal mondo contemporaneo.
Disseminati fra Italia ed Europa ve ne sono parecchi ma, qui, si ragionerà su quelli piemontesi che sono a me, di certo, più noti per conoscenza diretta.

La razionalità strategica, seppure con alcune diversità rispetto al passato, rimane. Adocchiando la cartina di distribuzione dei Sacri Monti in Piemonte e Lombardia (3) non sfugge, di certo, il loro posizionamento in altura in punti chiavi di passaggio verso i cosiddetti bacini eretici d’oltralpe, quasi un “incastellamento” religioso a corona di protezione della fede cristiana, messa a dura prova in quell’epoca, o meglio messa in crisi dalla ricerca del ritorno all’armonia pura del messaggio evangelico originario da parte di correnti definite dalla Chiesa “eretiche”, così lontane dall’opulenza del sistema ecclesiastico romano e per questo ritenute “pericolose”.
In comune tutti hanno, forse perché riflettono l’idea del loro promotore, oggi diremmo uno dei leader indiscussi del periodo, l’instancabile San Carlo Borromeo, che fra Piemonte e Lombardia ha plasmato e guidato la fede nel XVI secolo impostando un modello valido per tutti: la posizione strategica, come detto, geografica in altura, dove si godono splendide vedute sulle vallate sottostanti; la struttura con chiesa principale e oratori; la narrazione figurativa di una storia sacra attraverso la suddivisione in episodi, racchiusi in singole cappelle, dove si integrano scultura e pittura; il silenzio, oggi è molto diverso, ma un tempo tutto doveva essere scandito solo dal rumore della liturgia; la natura a corredo delle architetture, addomesticata ma che volutamente ricrea il bosco naturale, il topos dell’antica cristianità più spirituale e pura.

La scelta della tridimensionalità scultorea amplifica l’effetto scenico potenziando il messaggio educativo sulle masse, un tempo meno scolarizzate di oggi, e faceva sentire il “fedele” parte integrante del Verbo cristiano; soprattutto perché nei volti riconoscevano i loro tratti, erano loro i protagonisti!
La teatralità non deve certo stupire (ricordo uno dei miei corsi universitari con monografico dedicato alla letteratura religiosa del Seicento – potete divertirvi a dare una scorsa al “Petrarca Spirituale” di Girolamo Malipiero per avere un’idea della rigidità cristiana del tempo, poi, superata dalla letteratura di santi e beati che cercava di superare questo limite bacchettone…(4) – con vite di santi che parevano romanzi: un mix ridondante di avventure, disgrazie ed episodi alla “Beautiful” che oggi farebbero faville per i polpettoni cinematografici hollywoodiani), serviva, abbinata alle immagini, alle statue e al carisma narrativo del predicatore, a marcare gli insegnamenti religiosi e a far leva sul pathos per sottolineare con enfasi ciò che era giusto e ciò che non lo era, come l’eresia o l’allontanamento dai precetti religiosi.
Narrare le storie educative a piccole tappe, abbinandole a percorsi devozionali penitenziali, doveva di certo suscitare un grande effetto sui fedeli, soprattutto quando lì, in quei luoghi, passavano o erano passati santi e personaggi illustri a portare la loro preghiera; ad esempio, a Varallo ancora è custodito il letto dove si dice dormì San Carlo Borromeo, segno del legame profondo fra il santo ed il sacro monte(5) .

Lungi da me disquisire sul loro messaggio religioso, di certo meritano una visita per il valore artistico e architettonico dei complessi, seppure diverso per ognuno di loro, e per godersi le isole naturali che hanno conservato sino ad oggi.
La Chiesa è sempre stata uno dei mecenati più attivi nello sviluppo delle arti in tutta Europa, sui retaggi dell’opulenza, relitto orientale e imperiale romano, e il desiderio di mostrare, insegnare attraverso le immagini, bi o tri dimensionali, e le architetture è fiorito un patrimonio artistico insuperabile: basti pensare ai soggetti sacri dipinti, costruiti o scolpiti da tutti quelli che consideriamo i grandi artisti, i maestri, del passato.
I sacri monti ancora oggi affascinano e mantengono un alone meditativo di fondo, la contaminazione fra arte e natura invita a passeggiare senza fretta e a godersi il luogo.
Il potere delle immagini crea, e ha creato, suggestioni potenti e senza tempo, speriamo, in questi tempi cupi, si possa recuperarne il valore culturale dietro al nulla di quello attuale perché solo la “bellezza salverà il mondo”.

Approfondimenti
Per saperne di più…

(1) Concilio di Trento, 1545-1563. Per gli atti in sintesi, puoi leggere qui
Ovviamente non tutti i complessi sono stati realizzati in questo periodo, ce ne sono di età precedenti, ma è in questo preciso momento che si assiste al loro sviluppo e alla loro promozione in modo uniforme e costante

(2)Se volete verificare potete dare un’occhiata alla Patrologia Latina, anche online, cliccando qui

(3) http://www.sacrimonti.net/User/
Qui è possibile scaricarne la guida 

(4) http://panizzi.comune.re.it/mostre/censura/3-La%20letteratura%20al%20bando/pages/k-13%20%20L%201093%20a.htm

(5) Sacro monte di Varallo

* Nella foto in evidenza il Sacro Monte di Varallo

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