di Redazione
Una figura sconosciuta tanto quanto invece in questi pesanti tempi di pandemia è di estrema attualità. Perché? Quasi nessuno sa che fu proprio il medico malese Wu Lien-teh l’inventore delle mascherine chirurgiche che usiamo ancora oggi e che ai suoi tempi si distinse nella sanità pubblica e in particolare per fronteggiare la peste della Manciuria del 1910-1911.
Le mascherine sono purtroppo entrate nella nostra routine quotidiane e chissà per quanto ancora ci accompagneranno, ma spinti dalla necessità del momento è chiaro che nessuno si sia domandato le origini questo dispositivo di protezione. Uno dei primi ad aver compreso l’importanza della mascherina è stato il dottor Wu Lien-teh, di cui oggi Google celebra il 142esimo compleanno con un doodle.
Chi era Wu Lien-teh?
Nato da una famiglia cinese immigrata a Penang, Malaysia, il 10 marzo del 1879, Wu fu uno dei primi studenti cinesi a laurearsi in Medicina alla Cambridge University. Il suo percorso professionale si mosse a partire dall’Europa, prima di far ritorno in Malaysia per trasferirsi in seguito in Cina. Sarà nominato vice-direttore della Scuola Militare di Medicina dell’Impero Cinese e nel 1910 venne mandato in Manciuria per studiare una malattia che stava mietendo innumerevoli vittime: la peste polmonare.
La prima mascherina contro la peste
Esaminando le dinamiche del contagio, che avveniva per via area, Wu Lien-teh mise a punto una mascherina di cotone idrofilo con molti strati che contribuì a ridurre notevolmente i casi. Tale dispositivo di protezione da lui creato è assai simile alle mascherine chirurgiche utilizzate oggi in ogni angolo del globo. Wu Lien-teh ha avuto, tuttavia, altro meriti: nel 1915 fondò la prima associazione medica non governativa e nel 1935 fu il primo malese candidato per il Nobel in Medicina. Al termine dell’epidemia, rientrò nella sua Malaysia e lì trascorse il resto della sua vita. Morì nel 1960.